La ricerca artistica di Carmine Grasso premiata a Milano, dalle geometrie all’irrazionale
Dopo la partecipazione alla Biennale di Milano ancora un riconoscimento per l’artista arianese Carmine Grasso. Il pittore irpino ha conquistato a Milano il premio Margherita Hack alla Milano Art Gallery. Grasso, di professione ingegnere, ricercatore presso l’Ingv di Grottaminatda, professore di elementi di informatica presso il dipartimento DEMM dell’Università del Sannio di Architettura degli elaboratori presso il dipartimento di informatica dell’Università di Salerno, non ha mai smesso di coltivare la passione per l’arte, fondendo rigore scientifico e creatività artistica. Fondamentale è per lui l’incontro con i pittori del Rinascimento e del Neo Romanticismo, in particolar modo Hayez, nel segno di un percorso di ricerca che lo porterà, poi, a scegliere l’arte contemporanea.
“A caratterizzare la mia ricerca è il dualismo – spiega Grasso – Nella mia arte la scienza incontra l’arte con l’irrompere di figure geometriche nell’arte figurativa. L’obiettivo è quello di creare un legame tra lo stile figurativo e l’informalismo moderno, rappresentando allo stesso tempo la storia di un’emozione e l’impressione del momento. Il denominatore comune è la ricerca di tonalità, sfumature, tratti liberi, forme geometriche indefinite o ben definite e accostamenti di colori che hanno come obiettivo quello di creare un collegamento in questa dualità. Ad alternarsi dinamismo e staticità, astratto e concreto, caos e ordine, storia e attualità, campiture e valore tonale, scomposizione e sintesi di colore”. Nella convinzione che “Il colore è il linguaggio dell’anima, il disegno lo è dell’intelletto”
Una ricerca sintetizzata bene nella motivazione del premio ottenuto alla Biennale ” Le geometrie e i colori della terra, caldi e primitivi, per Carmine Grasso diventano uno strumento per fare ricerca. Il talentuoso artista dipinge dei paesaggi simbolici, dei luoghi dell’anima, immobili ma estremamente vitali, dove da elementi architettonici apparentemente razionali irrompono figure che destabilizzano lo spettatore”